Egitto, Grecia e Israele assumono la guida dell’approvvigionamento energetico dell’Europa
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Egitto, Grecia e Israele assumono la guida dell’approvvigionamento energetico dell’Europa

Jun 15, 2023

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Il Mediterraneo orientale può rafforzare la sicurezza energetica dell’Europa e ridurre la sua dipendenza dal gas russo. I paesi della regione sono fortemente posizionati per affrontare le sfide imminenti nei mercati energetici globali e soddisfare in modo efficiente la domanda di gas del continente europeo.

L’Egitto è ben posizionato per aumentare le proprie esportazioni di gas verso l’Europa, ma uno dei principali vincoli è che i paesi europei non dispongono di terminali GNL oppure che i terminali esistenti hanno una capacità limitata di ricevere forniture. È quindi imperativo per i paesi europei aggiornare i terminali esistenti o costruirne di nuovi per espandere la loro capacità di ricevere GNL.

L'Egitto domina i successi energetici della regione

Le nuove scoperte di gas in Egitto possono trasformarsi in scoperte commerciali che verranno trasportate in Europa. Si stima che la scoperta del pozzo esplorativo Nargis-1, di proprietà dell'americana Chevron e dell'italiana ENI nella Nargis Offshore Area Concession, contenga quasi 200 piedi netti (61 m) di gas miocenico e oligocenico. Altrettanto importante è che la tedesca Wintershall Dea ha prodotto un nuovo gasscoperta all'interno della concessione Disouq nella regione onshore del delta del Nilo che è stata testata con una produzione di picco di 15 milioni di piedi cubi di gas al giorno.

L’Egitto ha quasi 2,21 trilioni di metri cubi di riserve accertate di gas e ha prodotto più di 95 miliardi di metri cubi nel 2021, con esportazioni che superano i 12 miliardi di metri cubi all’anno.

Con un occhio alla cooperazione energetica regionale che andrà a beneficio dell’Europa, l’Egitto ha dato priorità alla demarcazione dei confini marittimi con paesi come Grecia e Cipro, con l’obiettivo di estrarre maggiori volumi di gas regionale attraverso l’esplorazione congiunta e di collegare i gasdotti nazionali. Ciò è evidenziato nella lettera e nello spirito dell’accordo di delimitazione parziale firmato tra Egitto e Grecia nell’agosto 2020.

Secondo l'articolo 2 dell'accordo “nel caso in cui vi siano risorse naturali, compresi giacimenti di idrocarburi, che si estendono dalla Zona Economica Esclusiva di una Parte alla Zona Economica Esclusiva dell'altra, le due Parti coopereranno per raggiungere un accordo sulla modalità di sfruttamento di tali risorse”. Nel complesso, l’accordo di demarcazione tra Egitto e Grecia ha creato un precedente positivo da emulare per altri paesi della regione.

L’Interconnettore Euro-Africa, etichettato come Progetto di Interesse Comune dall’UE, sostiene le aspirazioni egiziane e greche di diventare importanti hub energetici per l’Europa sudorientale. Il progetto mira a trasportare tramite un cavo sottomarino l’elettricità rinnovabile generata in Egitto e in altri paesi africani attraverso la Grecia verso l’Europa. L’Egitto ha già completato progetti di interconnessione con Libia, Sudan e Arabia Saudita.

La Grecia: un attore attivo nella trasformazione energetica dell'Europa

La Grecia sta esplorando le modalità per portare il gas regionale in Europa, poiché il proposto gasdotto del Mediterraneo orientale potrebbe rivelarsi tecnicamente impegnativo e quindi meno probabile che si materializzi. Atene ha accelerato gli sforzi per realizzare progetti di interesse regionale ed europeo come l’Euro Asia Interconnector, un progetto infrastrutturale chiave che collega le reti di Israele, Cipro e Grecia con la rete elettrica europea fornendo fino a 2000 megawatt di energia e migliorando così la sicurezza energetica europea. Nexans, player globale nella transizione energetica, si è recentemente aggiudicata un contratto del valore di 1,6 miliardi di dollari per la sezione dell'Euro Asia Interconnector che collegherà Cipro alla Grecia tramite un cavo sottomarino che attraverserà acque ultra profonde di oltre 3.000 metri metri.

La Grecia attribuisce grande importanza anche ad altri progetti infrastrutturali, tra cui un gasdotto onshore di 28 chilometri che collega il sistema nazionale di trasporto del gas all'unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione di Alessandropoli nel nord della Grecia, attraverso il quale verranno convogliati 5,5 miliardi di metri cubi di gas all'anno verso Balcani e nell’Europa sud-orientale. Consegne diNel maggio 2023 sono stati completati 28 chilometri di tubazioni